Tutti precari e con pochi soldi, ecco il partito di Vendola

12 years ago by in Articoli, Qua e là - consigli di lettura Tagged: , , ,

di Alberto Crepaldi

Il bilancio del partito di Vendola, in assenza di rimborsi elettorali, è magro, ma direttamente accessibile sul web. Un terzo di tutte le indennità degli eletti va al partito. Il 2010 si è chiuso con un passivo di 54mila euro. Le tessere, solo online, sono fra le 40 e le 45mila. Infine, nel 2010 non risultava nessun assunto da Sel: nel partito di Vendola sono tutti collaboratori a progetto.

È dedicata a Sinistra Ecologia Libertà l’ultima tappa del viaggio de Linkiesta nei bilanci delle principali formazioni politiche. È un partito, quello presieduto ed incarnato da Nichi Vendola, che, nonostante vanti una discreta truppa di eletti e di amministratori nelle amministrazioni locali ed il suo peso politico sia in ascesa, mostra numeri di bilancio modesti: il loro volume è di poco superiore a 3 milioni di euro. Ciò è spiegato essenzialmente da due ragioni: la giovane età del partito, visto che Sel è nata nel 2009, ma soprattutto l’assenza dei corposi rimborsi elettorali per le elezioni politiche del 2008 e quelle europee del 2009.

Il rendiconto 2010 e gli annessi documenti contabili di Sel, diversamente da quanto avviene per la gran parte dei partiti, sono facilmente accessibili. Si scaricano dal sito e dunque, almeno in questa occasione, ci viene risparmiato l’immane lavoro di ricerca sulla Gazzetta ufficiale, cui siamo stati costretti per le altre tappe del nostro viaggio. Dall’analisi dei conti, nonché dai colloqui con Sergio Boccadutri, tesoriere nazionale di Sel, emergono tre ulteriori elementi distintivi: la chiarezza espositiva dei dati, la disponibilità assoluta nel fornirci spiegazioni ed elementi di informazione aggiuntivi o maggiormente analitici e il rigore con cui il tema del finanziamento del partito viene trattato sotto le differenti angolature. Di quest’ultimo aspetto si trae conferma anche dal regolamento economico, nel quale certo spicca l’impossibilità di farsi rimborsare le spese per il taxi, ma soprattutto vengono declinate le modalità di finanziamento del partito. Le regole sulla compartecipazione degli eletti alle spese del partito non hanno eguali nel panorama dei partiti attivi e sembrano richiamarsi alla tradizione del Pci, che «tratteneva» ai propri eletti il 50% delle indennità di carica.

A Sel infatti, gli eletti al Parlamento nazionale ed a quello europeo versano al partito il 35% dell’indennità, nonché il 30% di quella netta di fine mandato; identico trattamento è previsto per i consiglieri regionali e delle Province autonome di Trento e Bolzano, per gli incaricati in funzioni di governo o esecutive a livello nazionale o regionale, che però versano la propria quota al coordinamento regionale competente. Non rimangono immuni dalla ferrea regolamentazione sui livelli di contribuzione al partito i consiglieri ed assessori dei Comuni non capoluogo, per i quali la misura di contribuzione può arrivare al 15% del netto dell’indennità di carica e di ogni altro emolumento, indennità o rimborso, seppure forfetario, percepiti in forza del mandato. È interessante notare come «il mancato versamento a Sel delle somme indicate [...], comporta la non candidabilità a qualunque altra competizione elettorale […] e la decadenza da qualunque eventuale incarico negli organismi dirigenti».

Venendo ai numeri di Sinistra Ecologia Libertà, l’esercizio 2010 si è chiuso con un disavanzo pari ad euro 54mila 417: si tratta di un mezzo miracolo, anche alla luce del fatto che il 2010 è stato l’anno della impegnativa tornata elettorale per il rinnovo di 13 consigli regionali. Un risultato, quello della perdita arginata a poco più di 50mila euro, che, come si ricava dalla relazione sulla gestione acclusa al bilancio, rappresenta per lo stesso tesoriere «motivo di soddisfazione»; ciò considerando, come viene scritto nella relazione stessa, che Sel «ha dovuto misurarsi nel proprio consolidamento e nell’allargamento dei consensi, a fronte di limitate risorse economiche […], che hanno determinato la scelta della Struttura nazionale di operare come soggetto di ideazione, organizzazione e coordinamento delle attività politiche, culturali e di comunicazioni del Movimento, limitando il più possibile l’acquisto di materiali e mezzi di comunicazione, nonché le spese di distribuzione e diffusione degli stessi compresa l’acquisizione di spazi sugli organi di informazione, ad eccezione, ovviamente, di quelli resisi necessari per la campagna elettorale delle regionali».

L’assenza di generosi finanziatori esterni – le erogazioni da privati e imprese a Sel sono pari a 70mila euro, di cui circa 25mila derivanti da raccolte fondi ad hoc – presenti invece e come abbiamo visto nelle precedenti puntate, in altri partiti, hanno conseguentemente reso necessario un approccio decisamente morigerato nella gestione dei conti. Ciò si ricava in modo chiaro dall’elencazione delle diverse voci di costo, che compongono gli 867mila 905 euro di costi complessivi per servizi. Una voce significativa di tali oneri viene ascritta alle spese condotte per le elezioni regionali del 2010, nella misura pari a 258mila 769 euro. «Una cifra, questa, assolutamente irrisoria – puntualizza Boccadutri – rispetto all’impegno reso necessario dalla campagna elettorale condotta in 13 regioni ed a cui abbiamo fatto fronte grazie al lavoro di migliaia di volontari». Al fine di fornire al lettore un termine di confronto, va detto che la spesa complessiva di Sel per la campagna delle regionali del 2010 equivale alle risorse che l’Italia dei Valori ha messo in campo per la sola campagna elettorale in Calabria. Dal suddetto elenco dei differenti oneri affrontati da Sel nel 2010, emerge inoltre che non ci sono dipendenti stabilmente impiegati a servizio del partito, bensì solo collaborazioni occasionali ed a progetto, per le quali nel 2010 Sel ha sborsato circa 130mila euro: circa 1/6 dei costi di personale dell’Udc.

La «precarietà» di Sel viene confermata anche dal fatto che nel rendiconto non viene indicata alcuna proprietà immobiliare. Ci sono invece 61mila euro di costi, imputati al canone di locazione della sede nazionale. Anche in questo caso la differenza rispetto ad altri partiti è lampante, se si pensa, ad esempio che il Partito Democratico e l’Italia dei Valori spendono per la propria sede nazionale rispettivamente l’iperbolica cifra di 1,6 milioni e di 225mila euro. Sempre relativamente agli oneri, quelli diversi sono ammontati a 224mila euro. Tra questi spiccano spese di viaggio per 98mila euro, imputabili alla campagna elettorale per le regionali, nonché ai modesti rimborsi attribuiti agli oltre mille delegati presenti al 1° congresso nazionale di Sel. I debiti erano pari a 253mila 311 euro, di cui 133mila 584 si riferiscono ad un affidamento bancario estinto nel 2011, mentre le disponibilità liquide ammontavano a 194mila euro.

Sul fronte dei proventi della gestione caratteristica balza agli occhi il dato relativo alle quote associative, che è pari a 624mila 394 euro e costituisce il 40% dei proventi. Gli iscritti a Sel si sono mantenuti costanti nel tempo – fra 40mila e 45mila – «e grazie ad una rigorosa gestione centralizzata ed a modalità di iscrizione esclusivamente online, Sel non corre il rischio di incappare nel deleterio fenomeno del lievitamento di tessere, tipico delle fasi congressuali dei partiti».

Sempre in tema di proventi, i rimborsi elettorali per le elezioni regionali del 2010 sono stati pari a 783mila 001 euro, «ripartiti tra i livelli politici – organizzativi del Movimento». Oltre a ciò, Sel ha provveduto ad erogare delle contribuzioni in favore delle articolazioni territoriali per 245mila 388 euro. Per ciò che riguarda i rimborsi elettorali, va segnalato che, come riportato nella nota integrativa, Sel ha provveduto a cedere «ad una Banca il credito relativo al rateo 2011 dei rimborsi elettorali spettanti al movimento»: operazione, questa, «che si è resa necessaria per soddisfare il fabbisogno finanziario sino all’incasso di detto rateo». Infine Sinistra Ecologia Libertà non detiene direttamente o indirettamente nessuna partecipazioni societaria, né alcun reddito è derivato da attività economiche e/o finanziarie. Sul versante finanziario si sono invece generati oneri finanziari per circa 9 mila euro.

Il bilancio 2011, in via di elaborazione, così come quello del 2012, dovrebbero ricalcare sostanzialmente l’impronta di quello del 2010. Questo significa che, in vista dell’appuntamento elettorale del 2013, Nichi Vendola e Sel dovranno non solo fare i conti con le incognite politiche derivanti da una ricomposizione carsica del quadro politico da cui non è ancora chiaro cosa emergerà, ma anche dipanare la matassa del reperimento delle risorse necessarie a finanziare la campagna elettorale delle prossime politiche.

Ciò che appare certo è il fatto che con gli attuali numeri di bilancio, le risorse a disposizione di Sel sono del tutto insufficienti non solo a far fronte ad una corsa per il rinnovo del Parlamento, ma anche per tirare la volata al suo Presidente, semmai una ritrovata coalizione di centrosinistra dovesse celebrare le primarie. Cosicché i sogni di Nichi Vendola potrebbero infrangersi, prima ancora che contro il veto del Partito Democratico, contro le casse vuote del suo partito.

fonte LINKIESTA

Leave a Comment


Protected by WP Anti Spam