L’Amministrazione sulla questione degli asili nido, ancora una volta preferisce nascondersi dietro l’impressione dell’indeterminatezza e dell’incertezza quando invece è più che evidente quale siano le decisioni finali.

La non scelta sulla struttura di Porta Milano, ovvero il mantenimento a fronte di un forte ridimensionamento con le iscrizioni indirizzate sugli altri due asili cittadini, ne pregiudicherà il mantenimento già dal prossimo anno scolastico. Quello dell’Amministrazione è procedere per abbozzi con il tentativo di rendere inevitabili scelte di chiusura.

Da mesi ormai, l’indeterminatezza non ha fatto altro che far perdere fiducia in un servizio di ottima qualità e spesso costringendo le famiglie a rivolgersi al privato.

Da questo primo ridimensionamento a farne le spese saranno gli anelli più deboli ovvero le famiglie che avevano optato per quella sede e ora “reindirizzate”  e dall’altra  le lavoratrici, in particolare quelle in capo alla cooperativa, le cui vaghe rassicurazioni dell’Amministrazione rimandano pur sempre ad un rapporto di lavoro di natura privata e per nulla garantito.

Nelle parole dell’Amministrazione vi è poi una sorta di “Risiko” tra strutture scolastiche, destinazione e dimensionamento scolastico.

In base a questo gioco si dichiara che se la struttura di Porta Milano non sarà un asilo sarà comunque una scuola. Forse la materna attualmente nell’edificio della IV Novembre? Registriamo poi il tardivo innamoramento per la struttura del Ronzone, recentemente intitolata a Luisa Minazzi, cui parte dei locali, ancora non utilizzati, erano stati progettati come micro nido.

Ci chiediamo allora se l’Amministrazione pensi progressivamente di abbandonare il sistema degli asili nido privilegiando invece istituzioni di “classi primavera” rivolte a bambini dai 24 ai 36 mesi di età, che sono un sistema sperimentale dal 2007 e legato specifici finanziamenti che ne programmano l’istituzione di anno in anno.