“Caro Presidente, ora riabiliti i martiri di Cercivento”

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Nei giorni scorsi, dopo aver presentato un progetto di legge per riabilitare la memoria dei fucilati della Prima Guerra Mondiale, ho ricevuto l’invito a sottoscrivere un appello al Presidente della Repubblica e firmato da intellettuali, amministratori e cittadini, che partendo dal caso dei fucilati di Cercivento in Friuli, possa tradursi un atto di clemenza per reati in qualche modo connessi con le “fucilazioni per l’esempio” e le decimazioni.

Ecco il testo dell’appello.

«Signor Presidente, l’Italia ricorda in questi giorni, e lo farà ancora per quattro anni, il centenario della Prima guerra mondiale, un olocausto europeo per il quale non è stata coniata definizione più efficace di quella pronunciata da Papa Benedetto XV: “l’inutile strage”.

Tra i milioni di vittime militari, un certo numero cadde perché passato per le armi, a volte dopo sentenze frettolose emesse dai tribunali militari, a volte “giustiziato” sul posto, senza nessun tipo di processo. Giovani fucilati, e condannati al disonore, perché il Comando supremo era convinto che questi fossero gli esempi di cui l’Esercito italiano aveva bisogno. Tre lustri fa, a Craonne, luogo di massacri e di diserzioni, il premier francese Lionel Jospin cancellò questa damnatio memoriae.

Disse che alcuni uomini, sfiniti dagli attacchi e consapevoli di essere inesorabilmente destinati al sacrificio, scivolando nel fango impastato di sangue e, insieme, in una disperazione senza speranza, avevano rifiutato di essere mandati al macello: “Questi soldati fucilati in qualità di esempio, nel nome di una disciplina il cui rigore è stato pari solo alla ferocia dei combattimenti, vengono oggi pienamente reintegrati nella memoria collettiva nazionale”.

Da alcuni anni, in Friuli, varie persone, parti politiche e amministrazioni, chiedono un gesto di clemenza postuma nei confronti di quattro alpini del battaglione Monte Arvenis fucilati a Cercivento perché la loro compagnia aveva controproposto a un assalto suicida alla cima del Cellon, che sovrasta il passo Monte Croce Carnico, un attacco notturno con il favore delle nebbie. Reiteriamo questa istanza, Signor Presidente, chiedendo che venga allargata a tutti i condannati dai tribunali militari, per reati in qualche modo connessi con le “fucilazioni per l’esempio” e le decimazioni.

Ciò sull’insegnamento di quanto fatto da Francia e Inghilterra, e in ragione della mutata sensibilità nazionale nei confronti della guerra, luminosamente affermata dall’articolo 11 della Costituzione, così come delle recenti modifiche legislative che escludono, per l’Italia, la pena di morte anche in caso di guerra. Fiduciosi nella Sua disponibilità a un atto di comprensione e di umana pietà, nei modi e nei limiti che Ella crederà di scegliere, per restituire l’onore a questi caduti italiani nella Grande guerra, ci firmiamo con osservanza».

Lino Anziutti, Maria Rosa Calderoni, Franco Corleone, Mauro Corona, Isabella De Monte, Edimiro Della Pietra, Sergio Dini, Pierluigi Di Piazza, Mario Flora, Pietro Fontanini, Renato Garibaldi, Fabio Lavagno, Bruno Malattia, Massino Milanese, Lino Not, Carlin Petrini, Paolo Rumiz, Luciano Santin, Massimo Somaglino, Fredo Valla e Andrea Zannini.

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