Tav: occorre cogliere il nodo politico per poter fare sintesi

12 years ago by in Ambiente, Articoli, Trasporti Tagged: , , , ,

E’ vero che sulla TAV non siamo all’anno zero,ma non siamo nemmeno nel periodo dell’accordo di Pracartinat. In questi anni sono avvenuti cambiamenti epocali. Innanzitutto la situazione economica. Oggi siamo immersi in una crisi inimmaginabile fino a poco tempo fa . Non sappiamo come ne usciremo, ma  è certo che nulla sarà come prima.  Una grande opera del peso del la Tav, destinata a durare parecchi decenni  deve necessariamente  essere rivista alla luce di questi cambiamenti epocali . Per questo Sel ritiene indispensabile una moratoria  che aiuti a capire come uscire da questo empasse .

Non c’è nulla che non si possa fermare  sia dal punto di vista tecnico che politico. I lavori non sono comunque iniziati.Se il rischio temibile è quello dei mancati contributi da parte dell’UE  va ricordato che comunque la certezza di questi  denari oggi non esiste anche per il semplice fatto che l’UE vuole sapere  se e quanti  i soldi sono stati effettivamente spesi per il cantiere e i sondaggi  e non  per  motivi di ordine  pubblico, elemento quest’ultimo che poco interessa  Bruxelles .

Non si  può non riconoscere che in questi anni una parte consistente della popolazione della Valle ha manifestato una contrarietà che ha raggiunto un carattere di massa, coinvolgendo trasversalmente i diversi strati sociali,  le istituzioni e gli schieramenti politici, forti di un capillare lavoro di sensibilizzazione, contro-informazione e documentazione tecnico-scientifica.

Pur con aspetti controversi, la lotta  contro la TAV ha assunto una dimensione simbolica che va al di là del progetto. In questo senso occorre interrogarci su quanto le contestazioni possano essere  posizioni antisistema o piuttosto sintomi di cambiamenti sovrastrutturali,  sintomatici di quelli strutturali. In questi tempi non  è così fuori luogo  pensare che è meglio non sprecare soldi quando si è in un regime di austerità!

La questione prima che tecnica, è diventata politica come spesso accade a tutte le grandi questioni economiche,non appena si scava un po’ sotto le apparenze tecniche. Un partito come SEL deve saper cogliere il nodo politico e culturale che esprime e saper fare sintesi, anziché dividersi. Si tratta di lavorare per l’avvento di un nuovo paradigma produttivo  che inglobi anche una seria pianificazione dei trasporti.

Va ribadita la fondata convinzione della necessità urgente, nell’ambito delle politiche dei trasporti, di politiche fiscali e tariffarie che disincentivino efficacemente il trasporto merci su gomma e di investimenti significativi che incrementino in qualità e quantità i trasporti utilizzati quotidianamente dai milioni di pendolari. Sarebbe però ingenuo credere che la nuova trasversale ferroviaria avrà automaticamente effetto sul traffico autostradale attuale. Per ridurre il traffico stradale occorre una reale volontà politica indirizzata  in tal senso, con credibili azioni di limitazione del traffico stradale e incentivi al suo trasferimento su ferro. Ad oggi  non abbiamo visto nulla del genere da parte delle forze attualmente al governo. Le recenti scelte del Parlamento vanno esattamente nel verso contrario. Non si può dimenticare che nel mese di ottobre del 2011 la Camera ha respinto il Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi  e il 22 febbraio 2012 la Commissione Esteri del Senato  ha votato  un provvedimento che conferma la volontà dell’Italia di escludere le infrastrutture per il trasporto dall’accordo internazionale che tutela il sistema ambientale alpino

Il sistema dei trasporti ha bisogno di essere ripensato nei suoi fondamenti , in particolare per quanto riguarda l’intermodalità e l’attraversamento dei nodi ferroviari metropolitani ( a partire dal nodo di Torino) e il trasporti su brevi distanze per i pendolari. E’ assurdo investire oggi i pochi denari che abbiamo in un tunnel che non è di nessuna utilità perlomeno per alcune decine di anni.

Prima di  avviare  una qualsiasi elaborazione sulle grandi reti  occorrerebbe  assumere  un dato di fatto : la massa attuale degli spostamenti di persone, è ingentissima e in probabile crescita, però solo ed esclusivamente sulle brevi percorrenze. Se si riuscisse ad  spendere  sulla rete ferroviaria e sul trasporto pubblico in generale la stessa quantità di denaro programmata per la Torino-Lione, si otterrebbero dei benefici inimmaginabili per milioni di persone. Sel Piemonte crede che oggi questa sia la grande opera sulla quale spostare i pochi denari a disposizione. Un progetto che favorirebbe l’occupazione soprattutto nella piccola e media impresa, oggi così sofferente in Piemonte.

E’ innegabile che nel movimento NO TAV, insieme alle tante persone equilibrate, ci siano anche posizioni antagoniste interpreti di violenza.  Un discrimine per la nostra partecipazione  all’esperienza della Val di Susa è chiaramente la nonviolenza. Siamo tutti consapevoli che se  la Val Susa non intraprenderà la strada della lotta nonviolenta, non ci sarà nessuna via d’uscita per il movimento e per coloro che lo sostengono. SEL appoggia  le ragioni del NOTAV solo laddove  il movimento sappia  mantenersi lontano da settarismi  e persegua la protesta con metodi pacifici. Un aspetto questo che nessun di noi in nessuan occasione può permettersi di ignorare. La non violenza è un prerequisito indispensabile per ogni scelta di campo del nostro partito. Noi vogliamo che si crei consenso sulle nostre posizioni, sul cambiamento che vogliano produrre, non ci basta sostenere il dissenso, men  che meno se è violento. Anche la difesa dei terreni di Chiomonte deve essere espressa  in tal modo, altrimenti avrà facile gioco chi sostiene che è solamente un arroccamento sulla proprietà privata e non una scelta in assonanza con quella che tanti anni fa fecero i pacifisti a Comiso.

E’ tempo che la nostra  politica  ritorni  a svolgere il suo ruolo, in termini di elaborazione delle ragioni complessive del paese  e al contempo di traduzione  delle istanze dei territori,non possiamo permetterci di sprecare le nostre poche energie in sterili polemiche, utili solo per riempire le pagine dei giornali. Al di là delle divergenze interne il lavoro avviato a livello regionale del Tavolo Trasporti ha questo obiettivo, è un tavolo che SEL Piemonte ha messo a disposizione di tutti , un tavolo che vuole affrontare i problemi e che per questo sta lavorando bene. L’impegno è appunto quello di  formulare in tempi brevi proposte razionali,di sintesi e  utili per tutto il territorio.

Torino 10 marzo 2012

Fabio Lavagno Coordinatore regionale SEL        Vanda Bonardo Responsabile Ambiente SEL Piemonte

0 Responses to “Tav: occorre cogliere il nodo politico per poter fare sintesi”


fausto
11 marzo 2012 Rispondi

Fantastici i ministri che raccontano che nel traforo ferroviario esistente non passano i container. Non solo ci passano, ma ci passano addirittura i carrelli che imbarcano i camion (le sagome peggiori). Chi dice il vero? Guardiamo qualcuno dei tanti video che immortalano il passaggio della “Autostrada Viaggiante” tra Torino ed Aiton (Modalhor).

http://www.youtube.com/watch?v=LcrUOKdGgcc

http://www.youtube.com/watch?v=hD0o8IEDhiU&feature=related

La propaganda ci sommerge: viviamo in un incubo orwelliano.

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