Nota sui lavori parlamentari dal 29 Settembre al 10 Ottobre

9 years ago by in Attività Parlamentare Tagged: , ,

La settimana parlamentare e stata occupata dalla discussione sulla legge delega sul lavoro. Anche se la delega è in discussione al Senato,  le valutazioni politiche su di essa hanno tenuto banco alla Camera, sui media e nelle riunioni di partito come “stress test” della tenuta della maggioranza, del Pd e più in generale del Governo.

Abbiamo già nella Nota della settimana precedente espresso per esteso le nostre valutazioni e confermiamo anche oggi come la discussione sul job acts trascini con se valutazioni tutte politiche che trascendono ampiamente dal merito.

L’elemento meno presente però nelle diverse valutazioni politiche è la rimozione delle grandissime difficoltà, produttive, occupazionali e sociali, in cui versa l’Italia.

Certo quel contesto viene nominato sempre  ma non mi pare che orienti sempre atti e valutazioni politiche, cioè dalla drammaticità del contesto non si traggono conseguenze: questa è l’impressione osservando le pulsioni autodistruttive presenti nella discussione dei partiti e osservando il carattere particolarmente aspro della lotta politica per esempio nel Partito democratico.

Certo non pensiamo che l’ansia da emergenza debba silenziare le critiche e che la cultura della responsabilità debba annebbiare la lucidità del pensiero e la dialettica.

Ma dall’esterno forse si vede meglio la strumentalità della polemica politica giocata sull’art.18 utilizzato come simbolo da chiunque lo brandisca e come strumento per riaprire conflitti interni o ancora di sopravvivenza della propria esistenza.

Ora noi continuiamo a ritenere importante e necessaria una riforma organica del mercato del lavoro, l’universalità degli ammortizzatori sociali -anche se il lavoro non si crea con le regole- il rapporto del Governo con le parti sociali -rapporto che fa parte della cultura democratica europea- e continuiamo a non condividere la necessità in questo quadro del riaprire il capitolo art.18 come ha fatto il Governo. Ma immaginare che la crisi drammatica del Paese possa essere solo lo sfondo invece che il cento della riflessione politica è un grave errore. Nella settimana alla Camera si è discusso di:

  • Disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 119 del 2014: Disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell’interno (A.C. 2616-A)
  • Informativa urgente del Governo sugli effetti per le imprese nazionali derivanti dalle sanzioni commerciali disposte dalla Federazione russa nei confronti dell’Unione europea 

Disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 119 del 2014: Disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell’interno (A.C. 2616-A)

Sul provvedimento, su cui la votazione finale sarà la prossima settimana, il Governo ha posto il voto di fiducia sul quale ci siamo astenuti. Sono presenti norme per contrastare la violenza negli stadi dal contenuto ambiguo e poco condivisibile e norme invece sull’immigrazione necessarie e che procedono nella direzione giusta, cioè quella di modificare le leggi figlie di una politica razzista e populista che ancora oggi emerge nello stesso parlamento ogni volta che si parla di immigrazione, e che hanno regalato al nostro paese una delle peggiori legislazioni in materia di immigrazione, norme che, da un lato hanno causato il deferimento e la condanna del nostro Paese di fronte ai consessi più alti dell’Unione europea e, dall’altro, hanno edificato un sistema non solo repressivo e lesivo dei più basilari diritti internazionalmente riconosciuti, ma anche inefficace e dai costi esorbitanti. Sul voto di fiducia è intervenuta Ileana Piazzoni.

Informativa urgente del Governo sugli effetti per le imprese nazionali derivanti dalle sanzioni commerciali disposte dalla Federazione russa nei confronti dell’Unione europea 

La ministra dello sviluppo economico ha riferito in aula sugli effetti negativi sulle imprese italiane che hanno avuto le ritorsioni e sospensioni degli scambi commerciali su determinate categorie di prodotto da parte della Federazione russa, in seguito alle sanzioni commerciali imposte alla Russia dall’Unione Europea, Stati Uniti e altri Paesi occidentali. A causa degli eventi drammatici in corso in Ucraina, sono stati adottati a più riprese provvedimenti sanzionatori nei confronti di persone ed aziende russe, collegati al conflitto in corso in quel Paese. E’ soprattutto nel settore agroalimentare che l’embargo Russo sta causando danni alla nostra economia. La Federazione russa è un partner importante per il nostro Paese da un punto di vista commerciale, senza un intervento di sostegno in particolare dell’Unione europea, questo potrebbe danneggiare moltissimo le nostre aziende. Ma l’Italia è dipendente dalla Russia soprattutto rispetto alla questione energetica, per via del gas naturale. Questo crea un gap non indifferente all’Italia e ci lega ad un Paese che non rispetta i diritti umani. Per questo bisognerebbe investire di più sulle energie rinnovabili ed in particolare su quella solare, una sfida che favorirebbe la crescita dell’imprenditoria, sviluppando competenze, professionalità e nuova occupazione. E’ intervenuto Alessandro Zan.

CSM e Corte Costituzionale

E’ stata rinviata l’elezione dell’ultimo membro del CSM e per la Corte Costituzionale c’è stata l’ennesima fumata nera. La votazione è rimandata alla prossima settimana.

Premessa

1)La settimana politica è stata scandita di nuovo dalla discussione sulla legge delega sul lavoro: ma più che sui suoi contenuti, sul significato politico del voto di fiducia apposto dal Governo su di essa e sul senso della polemica politica dentro il Partito democratico.

Sul primo punto, i contenuti della legge delega, alleghiamo alla Nota il testo in modo che chi legge possa constatare come in realtà ci sono punti di essa molto precisi  ed altri del tutto imprecisi  che fanno si che la definizione di “delega in bianco” sia infondata in generale e invece molto fondata sul punto dell’art.18, lasciando quindi amplissimi margini ai decreti attuativi (al limite dei rilievi di costituzionalità sul rispetto dell’art.76 della Costituzione che descrive i rapporti tra legge delega e decreti attuativi). E si ritorna lì, all’alfa e all’omega della discussione sulle regole del lavoro che continua ad occupare immeritatamente il centro dell’attenzione. Immeritatamente perché neppure per gli imprenditori la sua esistenza è la causa delle difficoltà delle imprese e perché  tutti noi – difensori del simbolo della dignità  del lavoro che rappresenta l’art.18 – sappiamo che il suo mantenimento in se non difende posti di lavoro messi in discussione dalla crisi.

Per noi continua a valere il merito delle cose, così come detto sui singoli punti nelle Note precedenti, a partire dalla certezza che solo gli investimenti creano lavoro e  che la modifica della legge Biagi è e sarà un test della effettiva capacità di cambiamento delle regole attuali del modello fondate sulla precarietà,causa della precarietà di vita delle persone e della bassa produttività di sistema e delle imprese.

Sul secondo punto: il significato della polemica politica sulla legge delega. La rappresentanza sociale del lavoro, il sindacato, è al centro di un’ostilità molto grande e larga che accompagna il racconto sul senso della delega. Ostilità radicata anche nel malessere di chi lavora, cerca lavoro, ha perso il lavoro, fa lavori precari e che nasce dunque anche dal non sentirsi   rappresentato nei fatti. Ostilità  rivolta prevalentemente al sindacato confederale, a quel sindacato cioè che per molti anni ha fatto supplenza alla politica (negli anni della sbornia berlusconiana) e ha tenuto aperto una prospettiva di visione alternativa di modelli sociali, facendo un servizio straordinario alla democrazia italiana e alla Sinistra.  Come in America, la realtà della crisi e delle frammentazioni contrattuali e sociali spinge verso un sindacato corporativo e fugge dal sindacato generale. Ma la crisi, il “Porcellum”, la corruzione e l’autoreferenzialità e perfino “la modernità”, hanno alimentato  anche la crisi fortissima della rappresentanza politica: insieme crisi della rappresentanza politica, sociale e delle istituzioni si chiama crisi della democrazia. Bisognerebbe parlarne perché la caduta di autorevolezza della politica e del sindacato non si affronta scaricandosi reciprocamente accuse di inefficacia.

Ma il centro della polemica politica dentro il Pd appare più come uno scontro sulla leadership e su come la leadership viene esercitata da Renzi, nella sua funzione di Presidente del Consiglio, nella sua funzione di segretario del Pd così come lo statuto di quel Partito prevede.

Suggestioni di scissioni per creare fuori dal Pd una sinistra, alternativa al Pd stesso, vengono ventilate: la Linke si dice (e lo si dice da più di 10 anni, appunto evocando la Linke tedesca). A me pare necessario esattamente il contrario: definire il profilo di un partito progressista nel quale convivono più culture e regole democratiche per decidere il che cosa e il quando e il chi. Per contendere visione e governo della realtà, in Italia e in Europa, al centrodestra. Anche di questo parleremo a Roma Domenica 19 Ottobre alle ore 11 presso l’Hotel Radisson Blu in via Filippo Turati, 171 in occasione dell’assemblea di LeD.

2) In settimana poi alla Camera ha ripreso quota da parte del M5s l’ostruzionismo “a prescindere” come modalità di stare in Aula: sempre e comunque. Annunciato come segno di esistenza, così che si capisca che “con noi bisogna fare i conti”. Segno distruttivo della crisi di  una forza parlamentare alla vigilia della manifestazione del “Circo Massimo” di Grillo che sconta ancora l’errore di inizio legislatura di congelamento della propria forza numerica.

Alla Camera nella settimana si è discusso di:

- Informativa sui Fondi strutturali europei

- Ratifiche

-Disegno di legge violenza stadi

-Legge delega riforma della strada

 Ratifiche

In questa settimana sono state approvate le seguenti ratifiche: S. 1242: Protocollo aggiuntivo (n. 2) all’Accordo sulla sede con l’Istituto universitario europeo; S. 1219: Accordo di cooperazione con il Governo della Repubblica di Estonia sulla lotta contro la criminalità organizzata, il terrorismo ed il traffico illecito di droga;  Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico (A.C. 2127-A); S. 1336: Protocollo di modifica della Convenzione relativa ai trasporti internazionali ferroviari (COTIF);  S. 1300: Accordo di cooperazione in materia di navigazione satellitare tra l’Unione europea e i suoi Stati membri e il Regno di Norvegia

Informativa urgente del Governo in ordine alla ridefinizione della quota di cofinanziamento italiano ai Fondi europei per la programmazione 2014-2020

I fondi strutturali europei sono una grande opportunità in quanto interventi pubblici che possono stimolare e indirizzare gli interventi privati e quindi la crescita di un Paese. Essi sono coerenti con un’idea di Europa: quella inclusiva, che investe per lo sviluppo di tutte le regioni europee, anche quelle più fragili e arretrate rispetto agli obiettivi posti.  L’Italia in questi anni non è stata in grado di sfruttare queste risorse fino in fondo e questo per diverse cause: sicuramente l’inadeguatezza amministrativa ma anche una mancanza di visione a lungo termine. Per questo abbiamo due grandi sfide davanti a noi: da un lato eliminare le difficoltà che non permettono il completo e giusto utilizzo dei fondi, e su questo è necessario rendere l’Agenzia per la coesione uno strumento vero che può incidere su questi aspetti; dall’altro lato c’è la grande battaglia culturale e politica per chiedere lo scorporo degli investimenti pubblici dal Patto di stabilità. E’ intervenuta Titti Di Salvo.

Disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 119 del 2014: Disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell’interno (A.C. 2616-A)

Nel decreto sono presenti misure sull’immigrazione che vanno nella direzione di migliorare l’accoglienza e di salvare vite umane sulla scia del provvedimento Mare Nostrum. In aula abbiamo assistito alla solita propaganda xenofoba che punta il dito contro i soldi che l’Italia spende per i migranti, ovviamente senza nessun dato reale e con numeri falsati, soprattutto se si pensa al fatto che l’Italia in Europa è il Paese che spende meno e peggio per l’accoglienza. Sono anche presenti misure per combattere la violenza negli stadi su cui pensiamo si possa fare di più: pensiamo che si debba cambiare radicalmente la cultura della concezione stessa dello stadio, mettendo fine alla paura che accompagna ogni cittadino solo per voler andare a vedere una partita di calcio. Le misure contenute nel decreto le riteniamo positive, ma ovviamente è solo un primo passo rispetto a quello che serve. Assolutamente negativo è invece l’avvio della sperimentazione delle pistole elettriche Taser: la letteratura scientifica ha dimostrato che possono avere una serie di complicazioni e di effetti gravi sulla salute, specie per quelle persone che sono affette da alcune patologie. Speriamo, quindi, che si tratti di una sperimentazione a cui venga messo fine al più presto. Abbiamo dato parere favorevole. In dichiarazione di voto è intervenuta Ileana Piazzoni.

Question time

Il question time questa settimana è stato fatto da Luigi Laquaniti su “Iniziative di competenza del Governo in ordine alla coerenza tra gli orientamenti assunti a livello nazionale e a livello locale in materia di libertà religiosa e rapporti tra lo Stato italiano e le confessioni religiose diverse dalla cattolica – n. 3-01076”

Progetti di legge: Delega al Governo per la riforma del codice della strada (A.C. 731-1588-A)

Con questa legge delega il parlamento indica al Governo le modifiche sostanziali del nuovo codice della strada. E’ un provvedimento ben fatto su cui abbiamo dato parere favorevole che punta a decongestionare le nostre città dal traffico, renderle più vivibili tutelando i soggetti più deboli e incentivando la mobilità pedonale e ciclistica. Positivo è il limite dei trenta chilometri orari per le zone urbane, così come l’inasprimento delle sanzioni per chi occupa spazi riservati alle persone disabili o per l’utilizzo improprio del contrassegno per gli invalidi, inserite grazie ad un nostro emendamento. E’ intervenuta in dichiarazione di voto Martina Nardi.

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