Nota sui lavori parlamentari settimana dal 27 al 31 Ottobre

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Premessa

1) Il contesto politico della settimana parlamentare è stato lo scontro tra Governo e Cgil, dopo la coincidenza temporale tra la manifestazione della Cgil e la Leopolda e alla vigilia della discussione alla Camera su jobs act e legge di stabilità.

Si tratta di uno scontro che va al di là dei singoli argomenti su cui si realizza e dei caratteri dei protagonisti dello scontro. Avviene infatti sul ruolo del Sindacato confederale oggi, durante la crisi più acuta dal 1929 e dunque sul rapporto tra rappresentanza politica e sociale dopo la fine della concertazione. Più precisamente la stagione della concertazione (condivisione di obiettivi tra sindacati e governo e scelte convergenti rispetto a quegli obiettivi) è ormai archiviata e la crisi dei partiti ha per lungo tempo spianato la strada alla supremazia dei tecnici e della società civile contrapposta alla politica. Alle nostre spalle abbiamo anche un tempo, il periodo d’oro di Berlusconi, in cui la Cgil ha supplito alla totale assenza della sinistra politica tenendo aperta una prospettiva. Oggi la crisi dei partiti e la società della comunicazione, la stessa americanizzazione del sistema politico, le stesse primarie, rafforzano le leadership individuali e il rapporto diretto tra leader e popolo e tendono a cancellare le rappresentanze intermedie, riportando al centro la supremazia della politica.

È un errore in ogni caso immaginare che i grandi cambiamenti necessari al paese possano essere realizzati senza l’ascolto di chi rappresenta il lavoro.

La critica severa portata al sindacato dal Presidente del Consiglio per la sua difficoltà ad allargare la propria rappresentanza fuori dal lavoro dipendente e la scarsa efficacia nel tutelare le retribuzioni, colgono debolezze vere del sindacato: debolezze che la stessa crisi determina perché la disoccupazione e le delocalizzazioni, insieme alla precarietà legata alla frantumazione dei rapporti di lavoro definita da più leggi, inevitabilmente erodono l’autorevolezza del sindacato confederale e dei sindacati di categoria. Ma quella debolezza non è ragione sufficiente per immaginare che la politica si sostituisca alla rappresentanza sociale. D’altra  parte, guardando fuori di noi, solo in Italia esiste l’esperienza di un grande sindacato confederale. Altrove pesano sindacati di categoria che contrattano – nell’impresa e a livello nazionale – e come in Germania, coodeterminano la gestione dell’impresa. Ma è proprio la caratteristica confederale del sindacato italiano che ha consentito di tenere insieme il mondo del lavoro nonostante la frantumazione produttiva ed è in virtù della confederalità che il sindacato e stato la diga più forte contro il terrorismo negli anni bui. Oggi, in un tempo nuovo, si tratta di ridefinire rapporti tra politica e sindacato soprattutto a sinistra dove convivono diverse modalità di relazione: dalla scelta di essere partito megafono del sindacato, alla tentazione di mettere il cappello sulle lotte sindacali per succhiare energia da quelle lotte, passando per l’equidistanza tra impresa e lavoro di veltroniana memoria, fino ad oggi. La mia opinione è che l’autonomia del sindacato sia un bene prezioso della democrazia e l’autonomia si fonda sulla legittimazione democratica e quindi su una legge sulla rappresentanza che riconosca il diritto delle persone a votare su piattaforme e accordi sindacali e a eleggere i propri rappresentanti.

2) Sul merito poi si tratta di cambiare il jobs act come abbiamo detto nelle Note precedenti.

In questa settimana l’aggressione agli operai dell’Ast di Terni mentre manifestavano per difendere il loro lavoro deve rappresentare per tutti un campanello d’allarme. Si tratta di un fatto che non può succedere in democrazia e dunque -al di là delle scuse -vanno accertate e punite le responsabilità e resa trasparente la catena di comando. Certo quelle responsabilità non possono essere scaricate sui singoli agenti in piazza.

Questa settimana alla Camera si è discusso di:

  • Disegno di legge, di conversione, del decreto-legge n. 133 del 2014: Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive (Sblocca Italia)
  • Informativa urgente del Governo sugli sviluppi della vicenda delle acciaierie AST di Terni
  • Disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 132 del 2014: Misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell’arretrato in materia di processo civile
  • Relazione recante variazione alla nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2014
  • Informativa urgente del Governo sui fatti accaduti ieri a Roma in occasione della manifestazione degli operai delle acciaierie AST di Terni

Disegno di legge, di conversione, del decreto-legge n. 133 del 2014: Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive (A. C. 2629-A/R)

Come abbiamo ribadito anche durante il voto sulla questione di fiducia della scorsa settimana, su questo provvedimento si poteva fare di più, ma crediamo che getti le basi per rimettere in moto il Paese e lo faccia cominciando a superare i blocchi che da troppo tempo paralizzano la gestione della cosa pubblica: veri e propri appesantimenti burocratici che rendono quasi impossibile la realizzazione di opere di fondamentale importanza per l’Italia e per il suo territorio. Con lo “sblocca Italia” si amplia il raggio degli interventi su tutti quei cantieri interrotti segnalati dalle regioni e dai comuni, dando priorità alle opere incomplete già finanziate, grazie allo svincolo del Patto di stabilità. Pensiamo alla necessità di mettere in sicurezza il territorio e di ridurre il rischio idrogeologico e di rimettere in moto cantieri di opere decise da tempo, anche nel settore delle bonifiche ambientali, semplificando gli iter autorizzativi e mantenendo come criteri guida quello della trasparenza e quello dell’efficienza. Ad oggi sono messi in sicurezza permanentemente solo alcuni siti. Per molti altri mancano risorse pubbliche e vi sono aspetti procedurali che bloccano il normale decorso delle opere e creano uno stallo pericoloso per l’ambiente e per le pesanti ricadute sociali che indubbiamente questo stallo dei lavori può avere. E non possiamo più permetterlo, anche alla luce delle alluvioni e degli eventi meteorologici estremi, che sono aumentati del 900 per cento negli ultimi vent’anni.
Sono presenti anche misure per la riqualificazione energetica e per il sostegno del made in Italy.

E’ intervenuto Alessandro Zan.

Informativa urgente del Governo sugli sviluppi della vicenda delle acciaierie AST di Terni

L’informativa del Governo sulla chiusura delle acciaierie a Terni avviene proprio nel giorno in cui gli operai di questa fabbrica venuti a Roma per protestare contro la chiusura e i conseguenti licenziamenti sono stati manganellati dalle forze dell’ordine. Un atto sconcertante e inaccettabile. Per questo abbiamo chiesto che si faccia chiarezza, che il ministro Alfano venga a riferire in aula e che qualcuno si prenda la responsabilità dell’accaduto che sia il Ministro degli interni, il questore o il prefetto. Un atto del genere non può passare inosservato. E’ necessario che il Governo tutto chieda scusa agli operai. E’ intervenuto Gennaro Migliore.

Disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 132 del 2014: Misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell’arretrato in materia di processo civile (Approvato dal Senato) (A.C. 2681)

Sono state votate e respinte le questioni pregiudiziali presentate da Lega Nord, Forza Italia e Movimento 5 Stelle al decreto sulla riforma del processo civile già approvata dal Senato che andrà in aula alla camera la prossima settimana.

Cessazione dal mandato parlamentare della deputata Federica Mogherini

Il Consiglio europeo di venerdì 24 ottobre 2014 ha nominato la nuova Commissione europea, presieduta da Jean Claude Juncker, in cui è stato affidato a Federica Mogherini l’incarico di Vicepresidente e Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. La deputata ha presentato le dimissioni per incompatibilità alla Camera dei deputati. E’ intervenuta Titti Di Salvo.

Relazione recante variazione alla nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2014

La relazione aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica della Nota di aggiornamento che il Parlamento ha approvato lo scorso 14 ottobre. L’aggiornamento necessario in seguito al confronto tra il Governo italiano e la Commissione europea. Nella Nota di aggiornamento l’indebitamento era stabilito al 2,9 per cento del PIL e il miglioramento del saldo strutturale era pari a 0,1 punti percentuali. Con la lettera del 22 ottobre, il vicepresidente della Commissione europea ha avviato una fase di consultazione chiedendo al Governo garanzie sul rispetto delle regole previste dal braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita. Il Governo italiano ha risposto preannunciando l’intenzione di adottare misure aggiuntive per rafforzare lo sforzo fiscale. Le misure aggiuntive sono strutturate con tre interventi. Il primo è l’utilizzo delle maggiori risorse stanziate sul Fondo per la riduzione della pressione fiscale e sono 3,3 miliardi di euro nel 2015. Il secondo intervento è il rafforzamento delle misure contro l’evasione fiscale e in particolare l’estensione del meccanismo dell’inversione contabile per l’IVA alla grande distribuzione. Il terzo intervento è la parziale riduzione delle risorse per il cofinanziamento dei fondi strutturali europei e vale 500 milioni di euro. Nel complesso sono interventi che migliorano il deficit programmato nel 2015 di 4,5 miliardi di euro e, di conseguenza, si scende al 2,6 per cento e il miglioramento del saldo strutturale passa dallo 0,1 allo 0,3 per cento del PIL.

Informativa urgente del Governo sui fatti accaduti ieri a Roma in occasione della manifestazione degli operai delle acciaierie AST di Terni

Abbiamo chiesto al Ministro Alfano di fare chiarezza sull’aggressione da parte delle forze dell’ordine ai danni degli operai delle acciaierie di terni, in piazza a Roma per protestare contro licenziamenti e chiusura dello stabilimento. Abbiamo chiesto che si individuino le responsabilità: se è vero che gli ordini del governo andavano in un’altra direzione allora il prefetto di Roma Pecoraro deve assumersi le responsabilità dell’accaduto. Non è la prima volta che vediamo episodi di questo tipo, anche con conseguenze più gravi e tragiche: non è più rimandabile la legge per mettere il numero di identificazione sui caschi della polizia come c’è in altri Paesi Europei. E’ intervenuto Gennaro Migliore.

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