C’erano i lavoratori Irisbus, i minatori Carbonsulcis, i dipendenti bancari. C’erano persone vere dietro la parola “esodati”, storie che raccontano di realtà difficili, a volte difficilissime.
Nel pieno della crisi economica e finanziaria più grave degli ultimi decenni, migliaia di lavoratori e di imprese che avevano orientato le proprie scelte lavorative, di vita e di organizzazione aziendale sulla base della vigente disciplina previdenziale, sono rimaste tagliate fuori dal brusco innalzamento dell’età pensionabile operata con il cosiddetto decreto “salva Italia”.
È nato così il problema degli esodati, una questione ha colpito trasversalmente tutte le categorie professionali.
Il Pd si è fatto portavoce del disagio e del dramma di queste persone lavorando a ritmo serrato per porre rimedio agli errori e restituire serenità e dignità a chi ne è stato ingiustamente privato.
Attraverso lo strumento delle salvaguardie, che consentono a particolari categorie di lavoratori di accedere alle pensioni utilizzando i meccanismi pre-Fornero.
Già nel corso della scorsa legislatura ne sono state approvate quattro. Con le altre quattro salvaguardie attuate in questa legislatura, il numero complessivo è salito a otto.
In questa legislatura l’intervento correttivo che ha consentito il pensionamento di 30.700 lavoratori.
Sono stati tutelati i lavoratori in mobilità, quelli autorizzati alla prosecuzione volontaria, coloro che avevano cessato il servizio con o senza accordi con il datore di lavoro, quelli in permesso o in congedo straordinario per gravi motivi o per assistere figli disabili e quelli con contratto a tempo determinato.