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“La Commissione Moro e l’errore su Birgit Kraatz. Intervista a Fabio Lavagno” realizzata da Lanfranco Palazzolo con Fabio Lavagno.

L’intervista è stata registrata lunedì 26 ottobre 2020 alle 17:00.

Nel corso dell’intervista sono stati discussi i seguenti temi: Brigate Rosse, Gallinari, Giornalisti, Informazione, Moro, Parlamento, Politica, Rapimenti, Storia, Stragi, Terrorismo, Vaticano.

Possiamo affermare, nemmeno troppo provocatoriamente, che il 2020 non sia cominciato il primo gennaio, ma, almeno simbolicamente, che abbia trovato il suo vero inizio con il capodanno cinese. Nel seguire il calendario lunare, che fissava l’inizio del nuovo anno “del Topo” sul finire del mese di gennaio, la Cina, prima, e il Mondo, poi, sono entrati nel nuovo anno o forse, sarebbe meglio dire, in una nuova epoca.

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l Centro Studi Geopolitica.info e lo Standing Group “Russia e Spazio post-sovietico” della SISP sono lieti di presentare l’e-book “Vulnerabili. Come la pandemia cambierà il mondo” del Prof. Vittorio Emanuele Parsi.

29 maggio, ore 19.00-20.30

Ne discuteranno con l’autore:

Anna Zafesova, giornalista de La Stampa
Fabio Lavagno, sinologo

Introduce:
Gabriele Natalizia, Geopolitica.info e SG SISP
(Università Sapienza di Roma).

Modera:
Mara Morini, SG SISP
(Università di Genova).

Per prenotarsi:
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vulnerabili

La distanza è un dato oggettivo? Lo è certamente quando parliamo di metri o di miglia, quando, cioè, parliamo di unità di misura. Lo è altrettanto quando parliamo di cultura? Prendiamo ad esempio quanto accade tra Oriente e Occidente. In questo caso la distanza è molto più simile a un elastico, e se è vero che i chilometri rimangono sempre immutati, quando parliamo di società (e di cultura) siamo di fronte proprio ad un elastico che si allunga e si accorcia. Ad insegnarcelo è la storia, e a raccontarcelo ancora meglio sono i fatti di questi giorni.

Se è vero che le civiltà si sono sviluppate autonomamente in varie parti del mondo[1], e che, nello specifico, quelle orientali sono sorte lungo le rive di fiumi e quella occidentale privilegiando il bacino del Mediterraneo, è altrettanto vero che ci sono stati momenti di maggiore o minore distanza ed è in questi ultimi che le due civiltà sono arrivate addirittura a toccarsi. A volte non solo a toccarsi, ma addirittura a influenzarsi o per usare un termine ambiguo, ma diffuso, a contaminarsi. Prendiamo ad esempio la scultura del Gandhara[2], l’arte statuaria buddista con chiari ed evidenti riferimenti ellenistici, che si è sviluppata come risultato della massima espansione della koinè, seguita alle conquiste militari di Alessandro Magno verso est sino a raggiungere le valli dell’Indo. Altre volte, le stesse civiltà, hanno corso in parallelo e contemporaneamente.

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A scorrere le prime pagine del “Giornale del Popolo” (Rénmín Rìbào), o le notizie sull’agenzia Xinhua di questa settimana sembra di sfogliare l’agenda che un qualche fidato segretario tiene a Xi Jinping. Scotta il telefono del Presidente cinese. Non passa giornata senza una puntuale relazione delle chiamate partite da Pechino verso le principali capitali europee e non solo. Si tratta di una fitta rete di relazioni, che non rappresentano solo una formale attività diplomatica: la costruzione di frasi di circostanza, infatti, si intreccia costantemente con messaggi più o meno espliciti e capaci di una serie di conseguenze non trascurabili per il futuro assetto geopolitico dell’interno globo.

Il processo di desinizzazione del Corona Virus è chiaro e la sua impronta inizia a fare breccia nelle opinioni pubbliche occidentali. Forse non è stata l’Italia a inaugurare questa catena di telefonate, ma nel colloquio con il Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte l’intento è stato più che esplicito: rafforzare con l’Italia il rapporto di natura commerciale e geopolitica culminato dalla firma del Memorandum dello scorso anno. E’ bene ricordare che l’Italia stessa, paese fondatore dell’Unione Europea, è l’unico membro del G7 ad aver sottoscritto il patto con la Cina relativo alla Belt and Road Initiative (Nuova via della seta). Ciò che resta emblematico è che, nella telefonata con Conte, anche i media cinesi abbiano abbandonato l’espressione ufficiale del progetto per adottare quella più empatica al paese che ha dato i natali a Marco Polo e Matteo Ricci di “Nuova via della seta” aggiungendovi “della sanità”. Quindi l’aiuto, i mezzi giunti in Italia in queste settimane e quelli che arriveranno nelle prossime, non si slegano da un principio e da un quadro di natura geopolitica e commerciale complessivo e ben più complesso.

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La Cina è passata radicalmente alla fase successiva rispetto alla gestione della crisi epidemica che l’ha coinvolta e con la quale ha dovuto convivere concretamente a partire da una data simbolica, come quella del Capodanno Cinese.

Se da un lato i numeri di carattere sanitario parlano di un rallentamento dei contagi (e di un calo delle vittime) e quelli economici di una lenta ripartenza del gigante asiatico, la politica di Xi Jinping è certamente più avanti ed è capace di interpretare una fase nuova e decisamente successiva.

Se il 10 marzo il Presidente cinese ha compiuto la sua visita a Wuhan, che con toni trionfalistici e solenni ha sancito simbolicamente la fine della fase più acuta e devastante della crisi sanitaria [Renmin Ribao – il Quotidiano del Popolo, 11/3/2020], è nei giorni precedenti che Xi si occupato di tutt’altre questioni, ma che in una prospettiva di medio periodo, possono risultare molto più cruciali per la vita della Cina.

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Poche settimane fa, nel concludere una conferenza di un ciclo di formazione rivolto ai docenti di un liceo piemontese, affermavo che la Cina avrebbe fatto di tutto non solo per uscire in tempi rapidi dall’emergenza relativa al Corona Virus, ma avrebbe cercato di sfruttare questa occasione, partita da una situazione drammatica, come promozione della propria immagine di Paese forte, unito, moderno ed efficiente.

Era il 20 febbraio. L’Italia, l’Europa, come il resto del mondo, si presumevano immuni dalla nuova emergenza che sembrava relegata alla Cina o comunque all’Estremo Oriente. Una distanza geografica, e ancor più culturale, davanoall’Occidente nel suo complesso l’impressione che il pericolo fosse lontano o al più aggirabile con alcuni (discutibili) espedienti come il blocco dei voli diretti, l’astensione dai luoghi di ristoro o di frequentazione orientali, punte più o meno evidenti di razzismo.

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Accogliamo con una certa apprensione le dichiarazioni giornalistiche dell’Assessore regionale ai trasporti Gabusi relativamente all’incertezza sulle date di avvio del servizio sulla tratta ferroviaria Casale-Mortara e sulla totale chiusura all’ipotesi che anche la Casale Vercelli possa essere ripristinata. Da anni ormai Casale ed il suo territorio hanno visto impoverire la propria offerta di trasporti indebolendo il tessuto economico e la capacità attrattiva soprattutto modo per quanto riguarda le potenzialità turistiche. Da tempo il tema dell’isolamento dei trasporti è all’attenzione grazie all’impegno di svariate realtà sociali e politiche, delle istituzioni locali, in modo particolare quelle scolastiche. La riapertura della linea per Mortara sembrava es-sere un primo spiraglio positivo, ma ora tutto sembra ripiombato nell’incertezza. Il Partito Democratico di Casale pertanto aderirà e sarà presente al presidio, organizzato tra gli atri da Legambiente e Casale Bene Comune, ce sabato prossimo si svolgerà nei pressi della stazione. Il gruppo consigliare del PD ha presentato un’interrogazione, sul tema delle linee ferrovia-rie per Mortara e Vercelli, senza alcun intento polemico, ma mossi dalla convinzione che uscire dall’isolamento sia una battaglia prioritaria comune e che un tema di così grande rilevanza non possa essere lasciato alle, seppur legittime, sole dichiarazioni di carattere giornalistico.

 

La lotta contro il razzismo, la xenofobia e ogni forma di totalitarismo sono il cuore di ogni politica dei diritti umani, perché la tolleranza e il rispetto per la dignità altrui costituiscono le fondamenta di ogi società davvero democratica e pluralista. Dobbiamo constatare come; purtroppo, nel nostro Paese si stia diffondendo sempre più una cultura d’odio, o peggio di incitamento all’odio in cui la Rete gioca un ruolo di amplificatore. Di particolare preoccupazione sono le minacce ricevute da parte della Senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah e nominata Senatrice a vita dal Presidente Mattarella “per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo del sociale”. Tali minacce si sono sviluppate, in particolare, dopo l’approvazione di una mozione della Senatrice per l’istituzione di una commissione per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. Le minacce e gli attacchi sono state tanto allarmanti da prevedere che alla Senatrice Segre venisse affidata una scorta per garantirne la sicurezza. In questo quadro preoccupante ho proposto una mozione, sottoscritta dagli altri Consiglieri del PD perché alla Senatrice Segre venga conferita la cittadinanza onoraria di Casale Monferrato, quale simbolo della lotta contro le

La recente festività di Sant’Evasio ha portato ad un’anomalia nell’organizzazione dell’organizzazione scolastica in città. La maggior parte degli istituti scolastici ha optato per una chiusura non solo nel giorno del patrono casalese, che cadeva di martedì, sospendendo le lezioni anche nel giorno precedente, creando un ponte con la fine settimana. Tale decisione non è stata però omogenea, poiché alcuni plessi scolastici hanno ritenuto di non fare “ponte” mantenendo le lezioni nel giorno di lunedì 11.
Si è venuta così a creare in città una situazione a macchia di leopardo, di cui, francamente, non si ha memoria e che certamente ha comportato un aggravio di costi per l’erogazione dei servizi scolastici erogati dal Comune in particolare modo per quanto riguarda la refezione scolastica.
Di fronte a questa anomalia i Consiglieri del Partito democratico (Gioanola, Fiore, Iurato, Lavagno, Milano) hanno presentato un’interrogazione, sottoscritta anche dal Consigliere di Italia Viva, per comprendere se l’Amministrazione abbia condiviso questa decisione e quali azioni intenda intraprendere per evitare che in futuro si ripetano situazioni a macchia di leopardo. Per quanto riguarda i costi aggiuntivi gli interroganti chiedono se siano stati valutati e a quanto ammontino.

 

Capiamo che la nuova Amministrazione  di Casale voglia definirsi l’amministrazione delle piccole cose, però se risultasse vero quanto si apprende su Borgo Ala risulterebbe piuttosto l’amministrazione delle cose da poco. 

 

Come noto il comune di Casale era risultato beneficiario di un finanziamento statale di due milioni per la riqualificazione del quartiere di Borgo Ala. Nel piano che era risultato idoneo al finanziamento molti erano i progetti che avrebbero investito il quartiere con l’obiettivo di cambiarne radicalmente il volto: la riqualificazione energetica dell’immobile ERPS in Via Bagna, la riqualificazione ambientale tra Piazza Palena e Piazza Borgo Ala passando da Via Addolorata, Via Costa e Via Gonzaga, la ristrutturazione edilizia del complesso di Santa Chiara per la realizzazione di locali di Co-working e Cooperative-learning.

 

Voci sempre più insistenti dicono invece che non se ne farà nulla, o molto poco, limitandosi ad un intervento su Piazza Palena.

 

Se così fosse sarebbe molto grave per non solo quartiere, che da anni aspetta l’attenzione che merita, ma anche per l’intera città che rinuncerebbe ad una progettualità avanzata e risorse per realizzarla. 

 

Con la speranza che si tratti solo di voci e non di una malcelata intenzione dell’amministrazione ho presentato un’interrogazione urgente perché il Sindaco e la Giunta possano esprimersi in forma pubblica offrendo una risposta chiara al quartiere ed alla città.